INTERROGAZIONE ALL'ORDINE DEL GIORNO
Premesso che:
la "NotCo", start-up specializzata nella produzione di alimenti con ingredienti vegetali, ha chiuso con un aumento di capitale di 235 milioni di dollari, sottoscritto da investitori di rilievo internazionale;
l'aumento di capitale risulta infatti sottoscritto da un fondo di venture capital "Tiger Global", affiancato fra gli altri anche da "Bezos Expeditions", family office del fondatore di "Amazon" e da "L Catterton", private equity, controllato da "Lvmh" e dalla famiglia Arnault;
dal fondo di venture capital, la start-up ha ottenuto capitali per circa 350 milioni di dollari per sviluppare cibi vegani in tutto simili agli originali, come latte, uova e carne; per lo scopo la società ha creato un algoritmo che esplora più combinazioni di ingredienti vegetali per replicare i sapori degli alimenti tradizionali;
quello dei cibi sintetici è un mercato in forte espansione; secondo una ricerca di Boston consulting group e Blue Horizon, il suo giro di affari potrebbe toccare i 290 miliardi di dollari entro il 2035, tanto da attirare gli investimenti da parte di celebrità dello sport, del cinema e della musica, che hanno fornito anche un'importante spinta pubblicitaria alle aziende che operano nel settore;
si sta generando un'agguerrita concorrenza che indebolisce la competitività dell'agroalimentare italiano, le cui eccellenze rischiano di essere travolte nel livellamento creato dalla globalizzazione, la quale sostiene la diffusione di modelli alimentari, assolutamente lontani dalla nostra cultura e dalle nostre tradizioni, basati sulla promozione di cibi ultra processati e sintetici, non adatti a garantire il giusto apporto nutrizionale nella dieta alimentare;
le filiere zootecniche, già sfiancate dal calo della domanda per effetto della pandemia da COVID-19, sono in stato di forte allarme e preoccupazione, anche alla luce del dibattito che sta nascendo intorno a queste nuove frontiere del cibo, di cui ormai parlano tutti gli organi di informazione;
la filiera agroalimentare, dai campi alla tavola, vale oggi il 25 per cento del PIL e garantisce lavoro a 3,8 milioni di persone, grazie all'attività, tra gli altri, di 740.000 aziende agricole, 70.000 industrie alimentari, oltre 330.000 realtà della ristorazione e 230.000 punti vendita al dettaglio; è necessario mettere in atto tutti gli sforzi possibili per tutelare questo importante patrimonio, espressione di tradizioni, esperienze e specificità territoriali,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, alla luce delle risorse messe a disposizione dal PNRR e dal piano di investimenti della nuova PAC, voglia indicare gli interventi necessari ad incentivare la diffusione di modelli alimentari che, basati sul principio della dieta mediterranea, offrano garanzia di qualità e salubrità degli alimenti, tenendo conto anche della centralità del sistema agroalimentare made in Italy per l'economia del Paese.